Astrid Vitols, presentazione

La mia adolescenza si è impinzata di letture allo stesso tempo sociologiche con Germinal di Émile Zola per primo romanzo giudicato « importante » della cima dei miei sedici anni, e sopratutto romantici con Stefan Zweig, Dostoïevski, la vita di Lou Andréas Salomé incrociando quella di Nietzsche e di Freud, ma anche il poeta Shelley, la letteratura straniera, Jacques Prévert, etc.

Senza saperlo, tutto questo mi ha preparata alla musica delle parole, il loro ritmo, la loro tonalità intrinseca, il loro potere d'evocazione per restituire impressioni, sensazioni, atmosfere. Così, la mia scrittura è diventata, del parere generale e lo ammetto anche, molto sensuale. Se ne rallegro, combinando donna di testa e donna di carne, che ascolta, osserva, porta uno sguardo molto particolare sugli individui, le imprese, il mondo, l'aria del tempo.

Però, non ho mai saputo ciò che volevo fare nella vita. Tutta giovane, bene troppo timida e soffrendo di questo, mi sono detto che occorreva assolutamente andare verso gli altri e ho deciso di seguire studi di comunicazione. Obiettivo semplice, in una altra città, dunque lasciai Toulouse, la « città rosa » del cantatore e poeta Claude Nougaro, per Strasbourg ed i suoi canali romantici, ma anche verso l'Europa del'Est. Certamente una chiamata inconsciente del lato delle miei origini lettone, avvicinarsi al Nord-Est, verso la Lettonia ed il Baltico... I quindici anni che seguirono furono quelle passati a Parigi nel mondo dell'impresa, di grandi gruppi, una scuola di vita per apprendere a conoscersi meglio, a confrontarsi agli altri e sapere se ci si sente bene o se si annoia un po'.

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